giovedì 31 gennaio 2008

Juan Carlos Miraglia

Juan Carlos Miraglia
un artista argentino figlio di emigrati italiani.

Juan Carlos Miraglia è stato uno dei più importanti pittori argentini, figlio di emigrati italiani provenienti dalla Basilicata (San Chirico Raparo).

Nacque nella città di Azul, provincia di Buenos Aires, il 12 settembre del 1900 e morì l’otto giugno 1983 nel rione di Saavedra, Capitale federale.

Trascorse parte della sua infanzia in Basilicata con la sua famiglia, restandovi per circa dieci anni, successivamente ritorna in america stabilendosi a Bahìa Blanca.
In questa città inizia la sua carriera di decoratore, poi di disegnatore e di pittore collaborando con i laboratori di artisti già affermati. Successivamente collabora come illustratore con il giornale locale “La nuova Provincia”.
A lui si devono i primi tentativi di dar vita al Museo delle Belle arti di Bahìa Blanca, avendone ricevuto l’incarico di suo primo conservatore e segretario.

Nel 1930 rientra in Italia per ragioni di studio. In quegli anni a Napoli sposa una giovane donna di San Chirico Raparo.

Fu in quegli anni, con precisione nel 1934 che Juan Carlos Miraglia vinse a Roma il 1° premio (medaglia d’oro) del Ministero degli Esteri – Italiani nel Mondo per il “Certamen di arte internazionale”.
In Argentina è stato scenografo del Teatro C. Colombo dal 1936.

Dal 1940 intensa è stata la sua attività di artista. Ha ricevuto riconoscimenti da istituzioni argentine e sponsorizzazioni da banche sudamericane. Ha esposto le sue opere nei principali musei e gallerie d’arte del Sudamerica, ha promosso iniziative culturali ed esposizioni internazionali in tema di pittura, scultura ed arti figurative.

Dal 1962 al 1963 ritorna in Italia ed espone le sue pitture in mostre personali e collettive in città della Francia, Inghilterra, Spagna e nel resto d’Europa. In quel periodo realizzò piacevolissimi paesaggi dei paesi dove si soffermava: San Chirico, Calvera, Chiaromonte.







Hanno scritto di lui:

“ Nei suoi paesaggi Juan Carlos Miraglia ottiene e crea la sua vera poesia: nella tristezza infinita del paesaggio suburbano o nella desolazione opaca della periferia che il pittore mostra la sua grande anima di poeta tormentato” (Manuel Enrique Ortega).

“Nelle sue opere (presenti nella galleria d’arte Nexo – 1968) si riesce a scorgere si e no – tolto qualche esempio retrospettivo come in Casas de la Boca o in Lo scultore stagnaro - un minimum di rappresentazione, lasciando, cioè, un campo più ristretto al duplicato della trasposizione e uno assai più ampio della realtà formale” (Juan Bay).

“La sua naturalezza, insomma, per Juan Carlos, non è che una fonte di suggestioni e la pittura un linguaggio. Il suo linguaggio pittorico non può che adattarsi all’imitazione servile delle apparenze materiali, ma ricorre a semplificazioni e trasfigurazioni di gran forza espressiva ed a un deciso accento personale”(Rivista Continente Maggio 1950).

“Juan Carlos Miraglia, qui se si vuole, una legenda; una vita consacrata all’arte, alla pittura; con la sua mente lucida e la sua sicurezza che lo caratterizzò durante tutta la sua vita e insieme indifferente alla meschinità di chi é sempre disposto a porre intoppi alla volontà ed all’onestà della difficile arte della pittura” (Tito Berardinelli – Omaggio postumo a Juan Carlos Miraglia).

Vedi altre immagini delle opere di Juan Carlos Miraglia

Informazioni sulla vita ed opere dell'artista sono tratte dal sito www.galarroio.com; ulteriori notizie sono state attinte direttamente da discendenti di JCM; tutte le immagini, tratte da siti web. utilizzate unicamente con lo scopo di diffondere la conoscenza dell'autore.



lunedì 7 gennaio 2008

Lo Stendardo di Lepanto


Gaeta, finalmente restaurato lo Stendardo della Battaglia di Lepanto.

Un invito a visitare il Museo diocesano di Palazzo De Vio di Gaeta, dove di recente è tornato ad essere esposto il prezioso Stendardo di Lepanto del 1571 restaurato a cura della Sopraintendenza ai Beni artistici del Lazio.

Lo Stendardo attribuito a Girolamo Siciolante di Sermoneta e’ una tempera su tela raffigurante il Crocifisso tra i santi Pietro e Paolo. Già collocato sull'altare maggiore nella Cattedrale della stessa città, e' un cimelio storico della cristianità. Fu issato sull'albero della nave ammiraglia della flotta pontificia, comandata da Marcantonio Colonna, salpata e rientrata dopo la vittoria di Gaeta, a protezione della Santa Alleanza contro le navi turche da anni depredavano e razziavano le coste del Mediterraneo, arrivando persino ad assediare Vienna nel 1529. Il vessillo in seta cremisi, con in basso la scritta in oro “In hoc signo vinces”, fu donato alla città, della quale ornava l'altare maggiore del Duomo fino al 1976, anno del suo primo restauro.

Oltre alla prezioso Vessillo, il Museo Diocesano raccoglie dipinti su tela e su tavola dal secolo XIII al primo decennio della seconda metà dell'Ottocento. Le opere sono tutte provenienti dalla Cattedrale e da altre chiese chiuse al culto. Nella pinacoteca sono esposte molte opere di cui sono noti gli artisti quale quelle di Giovanni da Gaeta (seconda metà del sec. XV), di Scipione Pulzone e Sebastiano Conca. Le sale del museo, inoltre, sono arricchite dai dipinti di Riccardo Quartararo, Teodoro d'Errico Fiammingo, Giacinto Brandi, Luca Giordano, ed altri.

Per saperne di più visita:

http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=26527

http://it.wikipedia.org/wiki/Stendardo_di_Lepanto