sabato 17 aprile 2010

La Salvia


Salvia Salvatrix … ovvero il toccasana della natura.

La Salvia Officinalis è troppo nota per aver bisogno di illustrazioni, non solo a chi la usa a scopo terapeutico, ma anche ai buongustai.
E’ stata coltivata negli orti fin dall’antichità quando la medicina tradizionale ancora non metteva a disposizione, di chi ne avesse bisogno, rimedi di ogni genere.
La Scuola Medica Salernitana esaltava le proprietà benefiche di questa comunissima pianta che cresce rigogliosa negli orti. Cito un aforisma dei famosi medici salernitani:
“Cur moriatur homo cui salvia crescit in horto”
Traduco: perché mai dovrebbe morire l’uomo che coltiva la salvia nell’orto.
( per notizie sulla Scuola Medica Salernitana, vedi il post del 27 novembre 2007 su questo Blog)

A fini terapeutici si utilizzano le foglie della pianta raccolte in primavera prima della fioritura che avviene a maggio – giugno, seccate all’aria a riparo dalla luce. Le foglie si conservano poi in recipienti ben chiusi lontano dall’umidità, al fine di preservarne il profumo ed il sapore caratteristico.
L’azione salutare della salvia si svolge sull’attività dei vari organi, sia stimolandone che limitandone la secrezione, per cui risulta tonica, digestiva, diuretica.
E’ un rimedio salutare sia per il sistema nervoso che per il cuore. E’ consigliata negli stati depressivi e negli esaurimenti derivanti da eccessivo stress.
Il rimedio più comune è l’infuso di foglie: 30-50 gr. di foglie in un litro d’acqua calda., da prendersi a tazzine nel corso della giornata.
Da un antico manuale di erboristeria, riporto un’antica ricetta utile nei casi di digestione difficile e come tonico del sistema nervoso.
Vino di Salvia: si prepara con 80 gr. di foglie poste a macerare per 8 giorni in un litro di Marsala.
Con un buon bicchierino di vino di salvia, quindi, potremo brindare … “alla salute”….






lunedì 12 aprile 2010

Basilicata coast to coast

Basilicata Coast to Coast

Offro un po’ di pubblicità (se mai ne avesse bisogno) ad un film che ho avuto modo di vedere giorni fa al cinema, interamente dedicato alla Basilicata, mia regione di origine.

E’ una commedia del genere comico-musicale diretta Rocco Papaleo, regista e protagonista del film, con un cast di attori ben noti: Alessandro Gasman, Giovanna Mezzogiorno, Max Gazzè ed altri che si aggiungeranno nel corso del film.
E’ il racconto dell’avventura di una “scalcinata” band musicale che si mette in viaggio a piedi con ben dieci giorni di anticipo e con il minimo indispensabile – un cavallo, due tende e una videocamera – per partecipare al festival della “scanzanissima” di Scanzano Jonica.
Alla combriccola dei musicisti si unirà una giornalista che scrive su un giornaletto parrochiale e che farà un “reportage” sulle avventure del gruppo.
I protagonisti si muovono tra paesaggi lucani mozzafiato al ritmo delle loro strofe musicali ed al suono dei loro strumenti a volte improvvisati. Partono da Maratea: la gigantesca statua del Cristo Redentore sembra benedire il loro viaggio. Passano per Trecchina, Lauria, Latronico, Craco. Incontrano la processione in onore della Madonna Nera di Viggiano. Sostano tra i calanchi di Aliano e lungo le sponde dell’incantato lago del Pertusillo.
Il loro viaggio si conclude miseramente: sbagliano strada ed arrivano a notte fonda, a festival ormai concluso, ma decidendo comunque di esibirsi pure se in una piazza completamente vuota.
La visione del film è piacevole ma soprattutto è un omaggio alla Basilicata ed un nostalgico richiamo per tutti i lucani che, spero, vadano a vederlo insieme a loro amici che ancora non conoscono questa terra.

sabato 10 aprile 2010

La mostra "Da Corot a Monet"

E’ in corso a Roma nei locali del Vittoriano (Piazza Venezia) un’importante mostra sull’Impressionismo.
L’evento che ha avuto un grande successo di visite ed ha proposto opere provenienti dai più importanti musei e gallerie del mondo che hanno efficacemente rappresentato il percorso di evoluzione della pittura di paesaggio dell’Ottocento francese all’Impressionismo il cui massimo esponente fu proprio Monet.
I visitatori, oltre alle didascalie che accompagnavano il percorso espositivo, hanno potuto utilizzare le audio guide che hanno reso maggiormente fruibile ed interessante la visita.
Sono state esposte opere dei più importanti e famosi artisti che diedero vita a quella tendenza artistica che ebbe quali principali esponenti Corot, Pissarro, Sisley, Bazille, Harpignies naturalmentre di Monet.

Motivo essenziale dell'impressionismo è il tentativo di rappresentare la realtà nella quale siamo immersi e che facendo parte di noi stessi può essere rappresentata.
Gli impressionisti tendono a rendere questa realtà così come credono di percepirla e non si limitano a rappresentare solo la realtà naturalistica, ma estendono la loro opera anche alla figura umana ed alle vicende cittadine.
Gli impressionisti dipingevano all'aperto, con una tecnica rapida che permetteva di completare l'opera in poche ore (la cosidetta pittura en plein air). Essi volevano riprodurre sulla tela le sensazioni e le percezioni visive che il paesaggio comunicava loro nelle varie ore del giorno e in particolari condizioni di luce, lo studio dal vero del cielo, dell'atmosfera, delle acque soppiantò il lavoro al chiuso, in atelier, lo studio nel quale venivano completati i quadri più grandi o eseguiti i ritratti; molti ritratti erano però anche realizzati all'aperto.
L’antesignano del processo evolutivo che dalla pittura ottocentesca ha portato alla nascita dell’Impressionismo fu Camille Corot, che costitui il punto di partenza per le ricerche successive degli impressionisti. Con i suoi paesaggi freschi e semplici, rompeva la tradizione del Romanticismo con la riscoperta della pittura di paesaggio non nascondendo, anzi facendo prevalere la soggettività dell'artista, delle sue emozioni ed utilizzando rapidi colpi di spatola, e colpi di colore che rendevano l’opera viva e fresca.
Jacob Camille Pissarro fu un altro precursore dell’affermarvi del movimento dell’impressionismo. Fu uno dei maggiori pittori del tempo ed esponente di rilievo dell'Impressionismo. Dapprima commesso nella bottega di merciaio del padre, ed avendo una grande passione per il disegno, appena poté scappò di casa alla volta del Nicaragua, dove eseguì i suoi primi dipinti per pagarsi il viaggio per l'Europa. A Parigi frequenta l'École des Beaux-Arts e studia le opere di Gustave Courbet, Charles-François Daubigny, e Jean-Baptiste Camille Corot, che lo colpiscono in modo particolare.Ha frequentato l' Académie Suisse, dove ha conosciuto Claude Monet e divenuto amico di Paul Cézanne e Guillaumin.
Monet fu il principale esponente, cofondatore e sostenitore del movimento dell’Impressionismo.
Visse gran parte della sua in viaggio tra Londra, la Normandia e la Norvegia e infine Venezia, “alla ricerca della luce che meglio potesse soddisfare il suo pennello esigente”.
Trascorse l’ultima metà della sua vita a Giverny, ideando, costruendo, coltivando quel giardino che diverrà il più visitato al mondo e che divenne un luogo di cui tutti parlavano e Marcel Proust descrisse nel sua opera letteraria dal titolo “Recherche”.
Nel suo giardino e nel suo lago Monet costrui uno studio gallegiante da dove osservava la natura di cui aveva bisogno per le sue creazioni artistiche fino a rendere il suo occhio ancora più acuto e sensibile. Da quel punto di osservazione abbraccciava, in prospettive uniche e sempre diverse, acqua cielo e tutte le forme della natura. Il suo sutudio lacustre gli permise di realizzare le sue Ninfee divenute le icone di una tradizione artistica che segnerà un caposaldo nella cultura del Nocecento.

La mostra si chiude proprio con l’esposizione del “Ciclo delle Ninfee”, chiamato Le Grandes Decorations, esposte all’Orangerie di Parigi ed aperto al pubblico dapo la morte dell’artista.
(Alcune informazioni e/o riferimenti sono state tratte da Wikipedia)