venerdì 6 gennaio 2017

U SCACCARICCHIO – storie di paese di Marilena Ferrara


E' una raccolta di antiche storielle, narrate all'autrice dalla madre e riscritte in maniera assolutamente originale, arricchite da un fantasioso corredo grafico curato dal marito Carlantonio Ciufo, che contribuisce a rendere piacevole la lettura del testo.

Marilena nel suo delicatissimo libro ha inteso offrire il suo “tesoretto” di fiabe, ascoltate nella prima infanzia davanti al grande camino della casa di famiglia in Basilicata, ai suoi nipoti e pro-nipotini, amorevolmente attenta al loro sviluppo ed alla loro formazione. Ad essi quindi dedica il suo libro di fiabe, con l'intento di trasmettere i messaggi educativi ricevuti e filtrati dalla sua sensibilità di insegnante, e i moniti a mantenere integro, attraverso il filo della memoria, il legame che li unisce al grande focolare della famiglia ed all' antica saggezza del popolo lucano”.

Le fiabe, infatti, hanno un’importanza essenziale nello sviluppo del bambino e raccontarle dovrebbe essere un elemento imprescindibile per tutti i genitori, i nonni, gli zii, gli insegnanti e gli educatori in genere. La narrazione di episodi veri o fantastici permette di trasmettere al bambino quel bagaglio di valori civili e ideali come l'obbedienza, l'onestà, la disponibilità e la solidarietà verso gli altri, necessari per un corretto sviluppo della personalità.

I protagonisti delle fiabe che Marilena trae dalla sua memoria di bambina, sono personaggi della vita comune, d'altri tempi, è vero, ma che riflettono ancor oggi lo spirito semplice di personaggi della quotidianità ricco di rispetto, buon senso, arguzia, ironia.

In questo viaggio fantastico incontriamo il Cardalana, Filippo con il suo paniere, Re Pipino, Ndruondolo, Mustaccio, il Gatto Maimone, il lupo di Gubbio e tanti altri personaggi della fantasia.

Personaggio d'eccezione è lo Scarcaricchio, denominato anche Monacello, da cui il titolo del libro, della cui esistenza si ritrova traccia nella cultura popolare partenopea e lucana tanto che anche Carlo Levi ne parla nel suo “Cristo si è fermato ad Eboli” descrivendolo come un essere piccolissimo ed allegro che corre veloce qua e là, facendo ogni sorta di dispetto.
Nel libro esso è descritto come “uno spiritello beffardo vestito da frate, con cappuccio rosso sulla fronte, gli occhi furbi, un viso da fanciullo” probabilmente “lo spirito di qualche bambino morto appena nato e fatto santo” che continua a vagare per l'eternità e a fare bonari scherzi agli umani (il riferimento ai Lari e Penati di romana memoria è chiaro!). Marilena ricorda che lo Scarcaricchio, ai tempi della sua infanzia, aveva fatto sentire la sua presenza anche in alcuni luoghi del suo paese e ci ammonisce che, nel caso dovessimo avere a che fare con tale “scomodo inquilino”, non potremmo far altro che farcene una ragione ed imparare a conviverci.
Verità inconfutabile anche per noi lettori!

Complimenti, quindi all'autrice del libro ed a Carlantonio Ciufo per l'impaginazione e l'armoniosa veste grafica del testo.