martedì 6 novembre 2007

Un viaggio in costiera amalfitana

Il mio viaggio sulla Costiera amalfitana.

«Conosci tu la terra dove il limone fiorisce? Laggiù, laggiù voglio con te fuggire». (Goethe)






Sono le immagini incantate di un luogo di sogno: la Costiera amalfitana che in circa 80 Km. di costa costituisce un vero e proprio scrigno di arte, colori e paesaggi dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

La mia base è ad Atrani a pochi passi da Amalfi, anzi, a pochi gradini perchè ad Amalfi si giunge dopo essersi arrampicati per ardite scalinate, tra stretti vicoletti e pittoreschi scorci sulla costiera.

Atrani, il più piccolo comune dell’Italia meridionale, conserva intatto il suo antico carattere di piccolo borgo di pescatori sviluppatosi attorno ad una minuscola piazza. Chiusa tra le sue vecchie case dai balconi fioriti, la piazzetta di Atrani si apre solo sulla spiaggia e sul mare, attraverso un passaggio creato per mettere in salvo le barche dalle mareggiate. Le case, poi, si arrampicano lungo le pendici rocciose della collina, verso la valle attraversata dai giardini e dalle coltivazioni di limoni. Il silenzio, sovrano custode della serenità del luogo, è rotto solo dal canto dei galli e dallo scampanio delle numerose chiese arroccate sugli strapiombi e sugli anfratti delle rocce della vallata sovrastante. I festosi chicchirichì risvegliano vecchi e cari ricordi. I festosi canti si ripetono ogni mattino e sembrano richiamare gli umani al lavoro quotidiano. Qui tutto e pace e serenità; l’ospitalità della gente del luogo è calda e sincera. E’ un piccolo Paradiso. Leggo su un bassorilievo di ceramica che Il giorno del giudizio, per gli amalfitani che andranno in paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri. (Renato Fucini, 1878)


E’ da Vietri sul mare che inizia il mio viaggio con l’incanto delle sue ceramiche d’arte caratterizzate dai brillanti colori ispirati ai toni della incomparabile natura circostante: il verde del mare che si insinua negli anfratti della costa, il giallo e l’arancio degli agrumi che crescono sulle terrazze coltivate, il turchese ed il blu che segnano il punto di fusione tra cielo e mare.

Ravello è un incantato borgo con lo spettacolare belvedere sull’intera costiera offerta dalla Villa Cimbrone e con l’infinita varietà di colori delle fioriture della Villa Rufolo.

Si passa, poi, ad Amalfi con lo splendido Duomo e l’elegante Chiostro del Paradiso. Amalfi, patria di Flavio Gioia, fu una delle più antiche repubbliche marinare e quella che raggiunse una considerevole forza economica: i mercanti amalfitani riuscirono a sottrarre agli arabi il monopolio dei commerci mediterranei, fondando già dal X secolo basi mercantili in diversi punti dell’Italia meridionale e del Medio Oriente. Agli amalfitani è attribuito il primo codice di diritto marittimo: Le Tavole amalfitane che sono custodite nella Biblioteca municipale.

Si va poi alla raffinata e mondaiola Positano. Un gruppo di case bianche e colorate aggrappate alla roccia degradanti a mare, inframezzate da giardini di limoni profumati, che si specchiano in un mare cristallino un tempo abitato dalle sirene incantatrici, in un contesto naturale e architettonico unico al mondo. Positano è un centro turistico e di moda. Le sue boutique coloratissime hanno fatto la fortuna della moda positanese. Meta ideale per anni di pittori, letterati musicisti. John Steinbeck, scrittore americano innamorato della cittadina racconta in un suo libro la storia di Positano: Quando Tiberio si trasferì a Capri per contrasti e dissidi che incontrava a Roma, non si fidò di nessuno. Temeva di essere avvelenato, pertanto non mangiava più il pane di Capri e faceva venire la farina per la sua cucina direttamente da un mulino di Positano che ancora oggi esiste.

Con un autobus di linea raggiungiamo Sorrento, patria di Torquato Tasso. E’definita la città dei giardini e dei limoni. E’ qui che si produce il famoso ed apprezzato “limoncello”.

A bordo di un traghetto, si parte dal porto di Amalfi per Capri. Nell'isola soggiornarono imperatori e nobili romani. Augusto nel 29 a.C. vi soggiornò. Tiberio abbandonata la sua villa di Sperlonga, trascorse gli ultimi anni della sua vita a Capri nella sua villa edificata sulla sommità del monte Tiberio (oggi villa Jovis). A Capri le innumerevoli bellezze naturali: le sue grotte a mare, l'Arco naturale, i Faraglioni imprimono al visitatore un ricordo incancellabile.

La nostra visita nell'isola è, purtroppo, stata breve per i ristretti orari dei traghetti e per le notevoli distanze da percorrere esclusivamente a piedi ma il ricordo che serberò sarà stupendo e credo di aver deciso che a Capri vorrei trascorrere il resto della mia esistenza.

"Perchè i luoghi mi rendono felice e le persone triste?" (Proust)


(link per guardare tutte le fotografie)


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