Serge Latouche |
La "DECRESCITA FELICE" salverà il Pianeta dalla catastrofe.
Serge Latouche,
economista e filosofo di fama internazionale, è uno dei principali fautori
della teoria della Decrescita, ossia la riduzione programmata, controllata e selettiva della
produzione e dei consumi. Egli sollecita
l’attenzione sull’urgenza e sulla necessità
di un’inversione di tendenza rispetto al modello dominante della crescita
economica e della produzione di merci e beni a tutti i costi.
Ad un’attenta platea
intervenuta, eccezionalmente numerosa, alle Scuderie Aldobrandini di Frascati
il 12 c. m., nella sua lectio magistralis ha spiegato che è necessario immaginare
una nuova economia finalizzata al benessere individuale e collettivo non già ad
una crescita economica senza regole, misurata unicamente dal Prodotto Interno
Lordo (PIL ). Il PIL, come ha spiegato, non tiene conto delle problematiche
sociali derivanti dagli squilibri nella
distribuzione delle risorse, della qualità dell’ambiente e dei servizi.
Latouche afferma che meglio sarebbe sostituire il PIL
con il FIL (Gross National Happiness – GNH) come fatto dal Bhutan, uno dei più
poveri stati dell’Asia, che lo ha adottato come indicatore per calcolare il
benessere della popolazione. I criteri che l’indicatore prende in considerazione
sono la salute dei cittadini, la qualità dell’aria, il livello di istruzione e
la ricchezza dei rapporti sociali.
Latouche ritiene che,
rifacendosi ad uno dei princìpi della termodinamica, una crescita
indiscriminata, non selettiva e non programmata comporterà la distruzione delle
risorse disponibili e gravi problemi ambientali quali l’inquinamento e l’innalzamento
della temperatura dell’atmosfera. Inseguire l’obiettivo della crescita a tutti
i costi, quindi, è insostenibile e comporterà
inevitabilmente l’autodistruzione del Pianeta.
l'Economista
nel corso della conferenza ha illustrato un suo grafico a dir poco inquietante,
in cui mostra paese per paese la relativa “impronta antropica” in termini di
superficie terrestre dove è rilevata la presenza umana. Ipotizzando un modesto tasso
di incremento demografico e di crescita economica (ad es. 1% del PIL), il grafico mostra quante risorse naturali si
renderanno necessarie per sostenerne la crescita: per i paesi occidentali, se
il trend non vedrà una netta inversione, nel lasso di un trentennio sarebbero
necessarie l’utilizzo di risorse naturali pari a 3-4 volte quelle teoricamente
disponibili. Meglio andrà per i paesi in via di sviluppo, ma anch’essi si
avvicineranno inevitabilmente a consumare totalmente le risorse finora
disponibili.
E’ urgente invertire
la rotta, anche in considerazione che molti organismi internazionali stimano che
in un periodo massimo di 15-20 anni si registrerà il “punto di picco” dei
combustibili fossili quali il petrolio ed il gas naturale ed inizieranno ad
esaurirsi le fonti energetiche disponibili.
Occorre ripensare
una società basata sulla Decrescita e quindi sulla riduzione della produzione e
dei consumi.
Ma quali sono i passi
da compiere per una “Decrescita Felice” e soprattutto, come tradurli in un
programma da indicare a chi ha responsabilità del governo dell’economia?
Sono pochi i punti su
cui si basa la teoria della Decrescita: è prevista una riduzione dei consumi individuali
e collettivi, il riuso ed il riciclo dei beni, la redistribuzione delle risorse,
la ricollocazione delle attività produttive, la riconversione delle attività a
più basso consumo energetico.
Occorrerebbe disincentivare
le produzioni ed i consumi a rischio, con tasse ecologiche opportunamente
studiate, favorire le attività contadine con la messa a coltura delle terre
salvandole finalmente dalla speculazione edilizia selvaggia, nonché ridurre gli
sprechi di energia puntando sull'innovazione tecnnologica. Gli incrementi di produttività che ne
deriverebbero dovrebbero essere destinati alla riduzione dei tempi di lavoro liberandoli
alle relazioni sociali.
Latouche ritiene che occorre
penalizzare le spese di pubblicità dei prodotti. La pubblicità, infatti, mira unicamente
a creare illusori bisogni facendo leva su un senso di frustrazione insita nei
consumatori psicologicamente più deboli.
Per ultimo, Latouche afferma
la necessità di riappropriarsi della sovranità nazionale per quanto riguarda il
governo del sistema monetario. La permanenza nell’area dell’Euro, secondo l’economista,
non è compatibile con la politica della Decrescita per le difficoltà – se non
l'impossibilità – di vincere le resistenze di altri paesi comunitari ad adottare
programmi di sviluppo eco-sostenibili.
E’ un'utopia quella della
economia della Decrescita che Latouche ha
illustrato? Dobbiamo apreoccuparci per i campanelli d’allarme che con chiarezza
espositiva ha fatto risuonare? Cosa possiamo fare nell’immediato per
scongiurare il pericolo di una catastrofe planetaria che potrebbe distruggere
questa civiltà facendola scomparire l’umanità come già avvenuto in tempi
preistorici con i Dinosauri?
Questi i problemi e gli
interrogativi che si pongono e per i quali è necessario un'attenta e seria
riflessione e comportamenti conseguenti.
Ciampino, 13/03/2013
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