venerdì 26 febbraio 2021

UNA PASSEGGIATA A VIA DEI CERCHI

 

 

Il turista che, dopo aver visitato il grandioso ed interessante sito archeologico del Palatino, percorre Via dei Cerchi in direzione di Santa Maria in Cosmedin, non può non notare un’insolita facciata, leggermente concava, appoggiata ad un casale, rimanendone affascinato per i tanti elementi che richiamano ricordi di storia dell’arte. Il manufatto, realizzata a metà del 1500 da Girolamo Rainaldi, forse con l’intento di nascondere un casale e ciò che restava dell’antica chiesetta di Santa Maria dei Cerchi, si sviluppa in un gioco architettonico di pieni e vuoti, ottenuti da vistosi finestroni, variamente incorniciati da stucchi e due porte ornate dai gigli farnesiani. L’effetto è magnifico, un fondale scenografico, una quinta teatrale che sembra fatta apposta per nascondere il casale ed i ruderi della chiesa. Alla sommità della struttura una grossa mano che alza l’indice al cielo.

 


 

E’ chiamata la “mano di Cicerone” ma non è dato conoscere cosa ne avesse a spartire costui. Ho letto invece che la mano è un elemento recuperato della demolita chiesetta di Santa Maria ad manu, sulle cui mura veniva indicato il prezzo del vino: “un bajocco a fojetta”.

Notizia alquanto bizzarra questa: perché una chiesa cristiana aveva anche la funzione di  indicare il prezzo del vino? Perché l’architetto che realizzò la facciata ritenne tanto importante la mano da inserirla tra i suoi elementi decorativi, ponendola sulla sommità della struttura e conferendo a quel dito rivolto verso il cielo un significato alquanto esplicito, quasi un simbolo massonico?

 


Nei pressi di Via dei Cerchi (cerchi è la corruzione del termine circo da Circo Massimo), era ubicato il “lupercale” in cui vennero allattati dalla mitologica lupa Romolo e Remo, antichi fondatori di Roma; in epoca più recente, alla fine del 1500 tutta la zona tra il Circo Massimo ed il Palatino fu acquistata dalla famiglia Farnese, che la trasformò in uno splendido giardino, gli “horti farnesiani”, che insistevano intorno alla sontuosa villa di Alessandro Farnese, nipote di Paolo III, realizzata dall’architetto Alessandro Algardi.

Nel XVI secolo, in seguito ad un evento miracoloso legato all’immagine sacra della Vergine, originariamente collocata nella chiesa di Santa Maria ad manu, che prese a sanguinare perché oltraggiata da alcuni ebrei, la famiglia Cenci, in segno di devozione, finanziò la costruzione della chiesa di Santa Maria dei Cerchi per ospitarvi l’icona sacra ed ivi creare un luogo di preghiera per i fedeli.

Di tale chiesa oggi rimane solo  l’abside in quanto nei primi decenni del 1900, l’ampliamento di Via dei Cerchi rese necessario demolire ciò che restava della chiesa, già sede della congregazione dei Padri Olivetani.

La struttura (la facciata ed il casale) è stata proprietà degli Olivetani fino a quando, qualche anno fa, è stata rilevata dalla Boscolo Hotel e trasformata in un lussuoso e scenografico bed&breakfast con tanto di ristorante stellato, il Garum.

 
 


 

 





martedì 2 febbraio 2021

IL TEMPIO DELLE CULTURE MIGRANTI

 

 


 E’ stato inaugurato
a Roma nel quartiere multietnico Torpignattara il grande murales realizzato dallo streetart latino-americano Carlos Atoche, intitolato Il Tempio delle culture migranti.

L’artista con la sua opera rappresenta il multiculturalismo del quartiere considerato al pari di un “contenitore spazio –temporale di culture” di immigrati di diverse nazionalità che convivono e lavorano pacificamente.

 

 

 “Un tempio immaginario dove possono convivere culture differenti, nella geografia e nel tempo, inesorabilmente legate nell’aspetto rituale e simbolico”. Sono queste le parole dell’autore che di recente ha presentato alla stampa la sua opera - una superficie di circa 50 mq.

Nell’opera sono rappresentati simboli di antiche civiltà: romana, greca, araba; campeggia l’immagine di Flora, la dea romana con la cascata di orchidee, simboleggiante la fioritura e con essa la rinascita. In lontananza si scorgono simboli della cultura greca, maschere teatrali e rovine di templi, ed ancora elementi di civiltà precolombiane, asiatiche e africane.

 

 

Roma da alcuni anni è diventata una delle nuove capitali europee dello Street-art. Diverse centinaia di opere, infatti, sono state realizzate da artisti italiani e di fama mondiale nell’ambito di un progetto di riqualificazione e valorizzazione di quartieri degradati ed anonimi che magicamente sono stati riportati all’attenzione di appassionati e di cittadini che forse mai avrebbero trovato occasione di recarvisi.