Finalmente a Roma è attivo il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, grande spazio espositivo che sorge nel quartiere Flaminio.
Il Maxxi accoglie esposizioni stabili e temporanee di architettura, scultura e pittura di artisti contemporanei. Innaugurato nella primavera scorsa è già divenuto meta di migliaia di visitatori.
Anzitutto la sede: collocata in un’area oggetto di recupero urbanistico di caserme e strutture militari non più in uso; il restauro di un fabbricato preesistente ampliato da ardite strutture architettoniche che con l’aumento delle superfici interne hanno dato luce agli spazi espositivi; un giardino che ha una duplice funzione, quella di accogliere le opere che possono essere collocate all’esterno, e quella di creare uno spazio verde che isola il museo dal convulso traffico della zona.
Mi è capitato di visitarlo in occasione delle giornate del Patrimonio e, nonostante la lunga fila all’ingresso, ho provato molto interesse alle opere esposte, in particolare di Luigi Moretti, Gino De Dominicis, Teddy Cruz, R&Sien ed altri.
A Luigi Moretti, famoso architetto italiano che ha realizzato grandi oppere in Italia (Architetture per il regime) ed all’estero (centro residenziale Watergate, Torre della Borsa di Montreal) è stata dedicata una grande sezione con pannelli che illustrano il suo percorso professionale, fotografie, plastici, disegni e progetti di costruzioni. Gino De Dominicis, poi, ha catturato l’attenzione e la curiosità dei visitatori con le sue “bizzarre” opere invitando tutti a riflettere sul significato di arte: rappresentazione della realtà o libero sfogo della fantasia artistica dell’autore? All'ingresso il visitatore è accolto da un enorme scheletro di gesso; successivamente da un cubo che “non c’è”, dalla Calamita cosmica. Il Maxxi, Museo d’arte contemporanea arricchisce, quindi, il già vasto patrimonio culturale romano.
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