IL CASTEL SAVELLI
un millenario testimone della storia del
territorio tuscolano.
A pochi chilometri da Roma, nel territorio di Grottaferrata, e
precisamente al Km 7 della Via Anagnina, si trovano, nonostante le ingiurie del
tempo e l’abbandono delle istituzioni e degli abitanti, i resti di un imponente
fortezza medioevale risalente, per quanto risulta dalle fonti storiche,
all’anno 1140, il Castello Savelli anche chiamato Borghetto Savelli.
Poco visibile per la sua
posizione in quota più elevata rispetto alla strada rotabile e rinchiuso da un
impenetrabile recinzione posta a protezione della proprietà privata su cui
insiste, il castello è testimone della storia millenaria del territorio che ha
visto protagonista l’importante e famosa Abbazia di Santa Maria o di San Nilo
da Rossano calabro, nonché dell’alternarsi di famiglie del tempo, in contesa
per il predominio sulle vie di passaggio sulla Via Latina e sulla Valle
Marciana, con l’evidente scopo dell’imposizione di “gabelle” per l’uso delle vie di comunicazione.
Per il Borghetto
Savelli, in origine del tutto indipendente da altri insediamenti abitativi,
sorto sulla citata via di comunicazione era presumibilmente dotato di osterie,
stalle, o di altre strutture a servizio dei viaggiatori.
Difficile stabilire
l’esatta epoca del successivo incastellamento, ossia l’affiancamento del borgo
ad un castrum con la costruzione di imponenti mura ancora ben conservate.
Il castello Savelli aveva forma rettangolare con un perimetro
complessivo di 380 metri, ed una lunghezza per i lati maggiori di 140 metri.
Era fornito di 13 torri quadrangolari
ed un ampio recinto murario, realizzati con blocchi squadrati, ancora
ben conservati. Vi erano annesse
una chiesa e una torre campanaria.
Il
castello fu edificato dai Conti di Tuscolo nel X secolo per l'imposizione di
una tassa per il passaggio sul tracciato della Via Anagnina attraversata da un
robusto flusso di pellegrini e viaggiatori.
Nel
1296 il castello divenne proprietà degli Annibaldi e da quel momento prese il
nome di Burgus Annibaldi[1].
Il cardinale Riccardo Annibaldi, nipote del papa Innocenzo III, infatti, nel
perseguire una strategia incentrata sul controllo della via Latina, aveva
acquisito importanti insediamenti nella regione tuscolana, oltre al castello in territorio di
Grottaferrata – citato negli atti di acquisto come Monte Frenello - anche
quello di Molara e di Rocca di Papa[2].
Dal
1382 il castello passa alla proprietà dei Savelli, e nel 1417 il cardinal Iacopo
Isolani, membro della famiglia e legato apostolico, esonera gli abitanti del Tenimentum castri burgi Frenelli dal
pagamento delle tasse, che erano divenute estremamente onerose per gli abitanti
della regione.
Nel
1473 il castello, agli atti definito Castrum
Burgetti o Burghetti, viene
ceduto dai Savelli all'Abbazia di Grottaferrata in cambio del feudo di Ariccia in
possesso dei monaci. Così il castello diventa proprietà del Monastero[3]
ed entra a far parte degli avamposti difensivi dell'abbazia.
Da
quest’ultima data in poi le notizie attinte da fonti non ufficiali, diventano
lacunose ed incerte. Sembra che, cessata l’esigenza per l’Abbazia di avere
strutture a difesa del fronte Nord-Est (la Valle Marciana), ed aggiungo,
cessati i proventi dei “pedaggi” sulla via Anagnina, aboliti dai Savelli, la
gestione del castello divenne estremamente onerosa tanto da indurre i monaci ad
alienarlo.
Da
allora e fino ai giorni nostri, sembra che ci siano stati numerosi passaggi di
proprietà.
1 commento:
Molto interessante!
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