Il Centro Congressi
dell’Eur è ora una realtà. Dopo 18 anni saraà finalmente inaugurata la Nuvola,
creazione dell’architetto Massimiliano Fuksas con la collaborazione di Doriana
Fuksas.
Il progetto fu
assegnato all’archistar nel 1998 a conclusione di un concorso del Comune di
Roma a cui, per la verità, parteciparono pochissimi altri concorrenti, forse
perchè perplessi sulla fattibilità di un’opera di tali dimensioni e complessità.
Il nuovo centro diventerà, insieme all’edificio già esistente realizzato da
Alberto Libera, il fulcro del sistema congressuale di Roma.
Pochi dati ma
significativi per illustrare la grandiosità dell’opera: il Centro sorge su
un’area di 27000 mq tra Viale Europa,Viale Colombo e Viale Asia, è una struttura
di 58.000 mq dimensionata per accogliere 10.000 persone. E’ previsto un albergo
di 600 stanze ed un auditorium di 1.800 posti, due sale congressi
rispettivamente di 5.000 e 3.000 mq. da adibire a mostre temporanee.
L’edificio che
accoglie la Nuvola è una semplice (per modo di dire) scatola, un
parallelepipedo di acciaio largo 75 mt., lungo 198 mt. e largo 30 mt. La
Nuvola, invece, è realizzata in acciaio e teflon e, sostenuta da una fitta
maglia di nervature di acciaio, e’ sospesa a mezz’aria tra il pavimento e il
soffitto, all’interno dell’edificio- involucro, la quantità di acciaio che
possiede è 3 volte quella utilizzata nella realizzazione della Torre Eiffel.
Costo 239 milioni di euro contro 275 previsti dalla gara d’appalto.
Roma ora può contare
su un adeguata struttura capace di dare una risposta alla crescente domanda di
turismo congressuale con notevoli ricadute sull’economia della città; un’opera
architettonica che insieme all’Auditorium di Renzo Piano, al MAXXI di Zaha
Hadid, ad un secondo Auditorium in fase di realizzazione da parte di Paolo
Portoghesi ed il rifacimento dei Mercati Generali ad opera di Rem Koolhass fa
ripartire un ciclo di grande architettura contemporanea a Roma riportandola al
livello delle principali capitali europee.
Una grande
realizzazione, dunque, ma l’architetto è amareggiato per la fredda accoglienza
della conclusione della sua creatura dovuta a ragioni certamente a lui non
imputabili. Anche scarsa è la pubblicità che è stata data all’annuncio dell’inaugurazione
sabato 29 c.m.
Nel corso di
un’intervista all’agenzia Ansa Fuksas in data 25 ottobre 2016 ha così espresso
la sua amarezza: “Non so nemmeno se ci
sarò all’inaugurazione, non so cosa ci sarà, non lo sa nessuno, sembra un
mistero “. A chi gli chiedeva se avesse in programma altri progetti per
Roma, ha risposto “Mi volete male! No, e
no, non ho altri 18 anni da aspettare. Per nessuna delle opere che ho
realizzato in tutto il mondo- ha aggiunto- ci sono voluti 18 anni, nessuna”.(fonte Ansa).
Grandi ed importanti
opere, l’architetto Fuksas ha realizzato in tutto il mondo, opere che
riflettono la sua concezione di architettura intesa come forma d’arte in cui
esprimere il proprio senso del bello. L’artista nel rispondere ai bisogni
concreti della città deve anche saperne interpretare il “cuore” che si nasconde
nelle sue pieghe, nei suoi interstizi, nei suoi flussi e tensioni di energie.
Egli, nel rispondere alle richieste della sua committenza, deve saper anche
rischiare nell’offrire soluzioni tecniche all’avanguardia che possano rendere
le nostre città vivibili.
Il maestro crede che l’architettura
che diventa autoreferenziale, copiando se stessa non comunica più nulla. E’
necessario, dunque, un processo inverso,mettere in discussione convenzioni e
formalismi radicati. Il risultato è un’architettura nuova e anticonvenzionale
la cui vera innovazione sta nel processo creativo.
Nelle sue opere Fuksas
usa soluzioni spettacolari e suggestive; utilizza materiali inusuali che
contribuiscono a rendere lo spazio fluido e immateriale, resine epossodiche
lucidissime che spandono una diffusa luminosità delle superfici, vetri colorati,
teflon, essenze legnose particolari e naturalmente vetri e acciai speciali che sostenegono
le strutture con fitte maglie di nervature.
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