martedì 3 agosto 2021

LA PASQUA E LA CORRETTA DATAZIONE DELLA CROCIFISSIONE DI GESU’ CRISTO

 

 


                       Ruth Woroniecki – Crocifissione d Cristo

 

Anche quest’anno, così come in quello precedente, abbiamo trascorso una Pasqua diversa da quelle gioiose a cui eravamo abituati: non più le gite fuori porta sotto il sole di primavera, l'allegria delle gaie e chiassose tavolate con parenti ed amici, solo tristezza e solitudine; una vita sospesa in un eterno presente senza la possibilità di guardare con fiducia al futuro.

Chi l'avrebbe detto che questa pandemia da Covid-19 sarebbe durata così a lungo! L’anno scorso ci eravamo illusi che con l’arrivo della bella stagione avremmo potuto superare il momento critico. L’arrivo dei mesi estivi ci aveva, infatti, ridato fiato e fiducia. Poi però le cose sono andate di nuovo male e siamo ripiombati in questa situazione di crisi sanitaria, economica e, non meno grave, psicologica.

Resta solo la speranza che questo difficile periodo che stiamo vivendo diventi solo un brutto ricordo con il ritorno alla normalità  e che la Pasqua, simbolo per eccellenza del rinnovamento e della rinascita possa  tornare ad essere occasione di gioia.

Ma cos’è la Pasqua?

E’ la commemorazione della resurrezione di Cristo dopo la sua morte per crocifissione che attualmente viene festeggiata dalle chiese cristiane nella domenica successiva al plenilunio che segue l’equinozio di primavera.

A stabilirne la data fu il primo concilio ecumenico tenutosi a Nicea nel 325 d.C., presieduto da Costantino che, con l’intendo di raggiungere un accordo in sede dogmatica, viste le continue controversie, in particolare quella ariana, che minavano l’unità religiosa della Chiesa, individuò la data della ricorrenza pasquale in maniera autonoma da quella ebraica. La Pasqua cristiana, sebbene tragga origine da essa, ha significati simbolici e valori spirituali del tutto diversi in quanto la Pèsach o Pesah ricorda la liberazione del popolo ebraico dall'Egitto e il suo esodo verso la Terra Promessa.

Per tradizione la Pasqua ebraica coincideva con l’equinozio di primavera e veniva celebrata il 15 del mese di Nisan, primo mese dell’anno secondo il calendario ebraico,  e  giorno del plenilunio. Per il calendario ebraico, infatti, i mesi dell’anno avevano inizio con la fase di Luna nuova e pertanto il 15° giorno del mese coincideva con il plenilunio. Nisan, inoltre, secondo l’attuale calendario corrispondeva al mese di Marzo o di Aprile a secondo della fase lunare.

Ma come è determinata la data della Pasqua cristiana?

Come detto la Pasqua cade sempre nella giornata della domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera (21 marzo). Quindi, per determinare la data in cui cade la Pasqua, occorre considerare la periodicità delle fasi lunari e la coincidenza dell’equinozio con la luna piena; di conseguenza, il periodo in cui può collocarsi la sua data va dal 22 marzo al 25 aprile. Si parla di Pasqua bassa se questa cade in prossimità del 22 marzo e di Pasqua alta se cade in prossimità del 25 aprile.

Per quanto riguarda la precisa datazione in cui si svolsero i drammatici fatti della morte e resurrezione del Cristo, sono state nel tempo avanzate diverse ipotesi, basate su studi sia testuali che astronomici e perfino geologicici, pubblicati su riviste di settore, una per tutte quella sulla rivista internazionale Geology Review in cui è presente uno studio del geologo Jefferson Williams della società di consulenza nordamericana Supersonic Geophysical sui movimenti tellurici nella zona del Mar Morto, per indagare sul devastante terremoto avvenuto in concomitanza con la crocifissione e di cui parla Matteo nel suo Vangelo.

Sul tema così dibattuto ho letto di recente anche un interessante articolo riportato ora sui media, ma pubblicato sulla rivista internazionale di scienza Nature del 2 dicembre 1983 da John Humphreys e W.G.Waddington, illustri scienziati e professori in università britanniche, ambedue cultori di sacre scritture, ed in particolare della Bibbia, che mi è sembrato ben argomentato e supportato da dati e notizie precise. Gli studiosi di cui sopra, con l’ausilio di potenti computer, calcoli astronomici e riferimenti biblici, sono riusciti a ricostruire il calendario ebraico nel I° secolo d.C. e ad individuare la data della Crocifissione di Cristo nel venerdì 3 aprile dell’anno 33 d.C. all’ora “nona” ossia alle ore 15

Alla base dei calcoli fatti da Humphreys e Waddington  ci sono gli Annales di Tacito, dove si legge che la Crocifissione avvenne nel periodo in cui Ponzio Pilato era procuratore della Giudea e quindi tra il 26 e il 36 d.C., nonché le citazioni dei Vangeli di Giovanni e di Marco che si limitano a dire che la morte di Gesù avvenne nel venerdì precedente la Pasqua ebraica e quindi il 14 del mese di Nisan.

Proseguendo nella loro ricerca gli studiosi, sulla base di calcoli molto complessi, sono riusciti a risalire ai giorni di novilunio successivi all’equinozio di primavera per tutti gli anni dal 26 al 36 d.C  e di conseguenza hanno stabilito che il 14 di Nisan (come detto giorno antecedente la Pasqua ebraica) ricorreva nei più disparati giorni della settimana, trovarono però che solo il 7 aprile del 30 d.C. e 3 aprile del 33 d.C. il 14 aprile era venerdì.

 Ma in quale delle due date si verificò la crocifissione di Gesù?

La missione di stabilire quale delle due date fosse sembrava impossibile, ma gli studiosi britannici non si persero d’animo e, attingendo a piene mani alle informazioni contenute nelle sacre scritture e grazie alla potenza dei loro calcolatori astronomici, risolsero l’enigma.

Stando a quanto si legge nel Vangelo di Luca, nel giorno della Crocifissione “per tre ore, da mezzogiorno alle tre del pomeriggio, il buio cadde sulla terra” e quindi che in uno dei giorni in causa poteva essersi verificato un’ eclissi di sole totale. Ma purtroppo nessuna eclissi di sole si era verificata e tantomeno avrebbe potuto verificarsi dato che durante il plenilunio il nostro satellite si trova in opposizione al Sole e di conseguenza non è in grado di oscurarlo.

Ma allora di cosa si trattava?

Negli Atti degli Apostoli i nostri scienziati trovarono il richiamo di Pietro ad una profezia di Gioele in cui si afferma che “la Luna sarà mutata in sangue prima che avvenga il glorioso giorno del Signore”. Era questo un chiaro segno che il fenomeno astronomico verificatosi alla Crocifissione di Gesù non fosse un eclisse di Sole, bensì di Luna, anche perché l’accostamento Luna e sangue era spesso utilizzata per indicare la colorazione rosso-rame dell’astro quando, in fase di eclisse totale, va immergendosi nel cono d’ombra della Terra. 

 


 Le Lune di sangue sono state a lungo associate alle profezie della fine del mondo e ad esse erano attribuiti segni di imminenti catastrofi.

Era chiaro allora che si parlava di un eclisse di Luna e non di Sole!

I nostri scienziati Humphreys e Waddington tornarono alla carica andando alla ricerca di eventuali eclissi totali di Luna visibili da Gerusalemme tra il 26 e il 36 d.C. I calcoli fornirono risultati stupefacenti; rivelarono infatti che effettivamente un’eclisse di Luna visibile da Gerusalemme si verificò realmente il 3 aprile del 33 d.C. all’ora nona e cioè alle 15 del pomeriggio.

 

 

 

 

Nessun commento: