sabato 19 settembre 2020

Le Olive di Gaeta nella storia





 Le olive di Gaeta sono conosciute ed apprezzate in tutto il mondo. La loro fama si collega a quella dell'olio di Gaeta, altro prodotto tipico della cittadina laziale.
Queste olive si contraddistinguono per la forma leggermente affusolata, il colore violaceo, il sapore vinoso e amarostico con sfumature acetiche.
Le olive si raccolgono nel periodo marzo –aprile e poi vengono conservate in salamoia per due o tre mesi. A maturazione completata, vengono consumate prevalentemente in cucina o per antipasti, contorni o semplice degustazione.
Un altro tipo di conservazione prevede che il frutto venga raccolto precocemente, ad ottobre –novembre e messo sotto salamoia. In questo caso assume una colorazione più chiara ed un sapore decisamente più amaro. Si consuma come aperitivo (ottime con il Martini dry), in antipasti o in insalate di mare.


Delle olive e dell’olio di Gaeta parlò nell'Eneide Virgilio, mentre notizie della grande diffusione di oliveti nel territorio del Ducato di Gaeta si possono rilevare nel testamento del duca di Gaeta Docibile II nell'anno 954.
La massima diffusione della coltivazione dell’ulivo nel territorio del Ducato di Gaeta e la commercializzazione e l’esportazione in tutto il Mediterraneo dei suoi prodotti oleari, si ebbe nel 1400, da un lato grazie alla notevole estensione territoriale destinata alla coltivazione, e dall’altro grazie alla fiorente marineria gaetana che portò l'olio e le olive in tutte le principali piazze marittime dell'Europa e del mondo, dove olio ed olive erano richieste ed apprezzate.





Oggi la coltivazione degli ulivi risulta maggiormente praticata non nell’attuale territorio della città  di Gaeta ma nel suo immediato hinterland; infatti per ragioni storiche e per l’intensa urbanizzazione, il territorio destinato a tale coltura risulta oggi notevolmente ridotto rispetto alla sua estensione originaria che comprendeva gli attuali comuni di Itri, Fondi, Minturno, Pico, Lenola ed altri territori del basso Lazio.
Relativamente alla classificazione agronomica (cultivar) degli olivi da cui si ricavano le olive e l’olio di Gaeta occorre dire che trattasi della Rosciola europea, antichissimo cultivar che, quasi estinto nel resto del centro Italia, era stata invece preservata e salvaguardata dalla completa estinzione nella Terra di Lavoro (attuale basso Lazio) grazie alla passione ed all’impegno dei produttori locali.
Nel censimento delle specie biologiche ed agronomiche nel 1811 voluto da Gioacchiano Murat, re di Napoli,  promosso per conoscere il territorio della Terra di Lavoro ed individuare le sue risorse e prodotti, è riportato che la più diffusa cultivar di ulivi presenti in quel territori era la Rosciola europea.
 
Tra le sottospecie della Rosciola europea, indviduate per diversità delle bacche, (grossezza, colore, figura, consistenza della polpa, sapore e proporzione tra la polpa ed il nocciolo) furono identificate le seguenti varietà:
1) Licinia, volgarmente aurina = frutto tondo e mediocre ma olio squisito;
2) Radius, volgarmente olivastro breve = frutto oblungo, grossetto;
3) Radiolus, volgarmente olivastro dritto = frutto oblungo più piccolo;
4) Lergia, volgarmente resciola = frutto tondo più grosso e più ricco di olio;
9) Olea Cajetana, volgarmente definita uliva di Gaeta: frutto grosso, oblungo con nocciolo piccolo in proporzione alla polpa, ottimo da mangiare.
 
E’ da precisare, comunque che l’Olea Cajetana era stata già classificata nel 1796 dal botanico Vincenzo Petagna (1730-1810) tra le specie vegetali da lui studiate e riportate nella sua opera “Delle facultà delle piante.”

L’Agenzia regionale del Lazio - ARSIAL, nel database dedicato ai prodotti tipici della regione, nel classificare le specie in precedenza elencate della Rosciola europea, aggiunge che nel territorio regionale sono presenti alcune varianti o sottospecie rispetto alle cultivar elencate. Tra queste classifica il Leccino, l’Olivastro, e la Itrana.
Le cultivar, sottospecie delle principali, si presentano, da quanto può dedursi dalla classificazione dell’agenzia regionale, con caratteristiche non omogenee a quelle indicate. 
 
La controversia territoriale
Nasce dalla richiesta del Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione dell’Oliva di Gaeta del marchio Dop, denominazione di origine protetta, dell’Oliva stessa, dove, all’art.1, si legge che: «la denominazione di origine protetta “Oliva di Gaeta” è riservata esclusivamente alle olive da mensa, derivanti dalla varietà di olivo “Itrana”.
La domanda presso il Ministero stava seguendo il suo iter quando sono giunte alcune opposizioni al progetto da parte del Comune di Gaeta, della Camera di Commercio di Latina, di un’associazione di produttori.
Nel ricorso in opposizione si sostiene che l’indicazione della varietà colturale è errata, in quanto la denominazione corretta della cultivar in questione è “Olea Cajetana” o “Gaetana”, dal nome del territorio al quale deve la sua esistenza originaria e che,” per millenni, ha legato a sé la pianta e il suo frutto sia dal punto di vista storico che ambientale, culturale ed economico, come evidenziato dagli esiti di accurate ricerche storiche basati su numerosi documenti di assoluto rilievo ed attendibilità”.

Senza voler scendere nel merito del caso, ritengo che è questo il momento di far chiarezza su una questione che dura ormai da anni. Da tempo, infatti, alcuni produttori di olive di Gaeta commercializzano il loro prodotto utilizzando i termini “Itrana”,“Olive di Itri”,”Itranella”. Si ingenera così tra i consumatori grande confusione sull’origine del prodotto. Ci si chiede quale sia la ragione del non utilizzo della corretta e consolidata denominazione di “Oliva di Gaeta” che si riferisce ad un prodotto di nicchia la cui millenaria fama lo ha fatto apprezzare e diffondere in tutto il mondo, facendone derivare sicuri benefici in termini di immagine per produttori e commercializzatori.

Questione campanilistica? Strumentalizzazioni politiche ? Motivazioni di carattere commerciale?
Non so; so solo che regna una grande confusione nel campo e spero che questa mia ricerca possa contribuire a chiarire le idee a chi avrà la pazienza di leggerla.


Le immagini sono tratte da  siti Internet






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